venerdì 18 dicembre 2015

Aggiornamenti vari



Non è che non stiamo facendo proprio niente.


Io ho cominciato a scrivere qualche articolo per Ravennanotizie.it, che potete trovare nella rubrica Moderato Cantabile. Principalmente, se vogliamo usare un termine âgée, critica culturale. Qualsiasi cosa significhi. E molto teatro. 
Mi sono laureato. Qualsiasi cosa significhi. Ho lasciato Milano e sono tornato a Ravenna.

Elia - che mi perdonerà se scrivo per interposta persona - continua a vivere a Savio. A detta sua, ha lasciato la poesia. Ma non è vero. Ha solo cambiato forme. Scatta fotografie, fa video. Forza le logiche dei social network. 
Elia, se dovessi definirlo in una formula semplice, è un esteta del XXI secolo. Ha fatto della sua vita digitale un'opera d'arte. Lo potete seguire su Facebook, e ve ne renderete conto. (Potrei scrivere un saggio su Elia, e forse prima o poi lo farò).

Queste righe per dire che la nostra latitanza ha qualche ragione. Un po' la stanchezza, un po' gli impegni, un po' la disillusione. Ma non è affatto detto che non si torni a scriverci qualcosa. Forse, principalmente, astrusi resoconti di viaggi, recensioni di film, di libri, qualche stralcio di racconti - almeno da parte mia.

A risentirci dunque.

sabato 13 giugno 2015

Recensione: BOLBO di Alessandro Gori e Gianluca Cincinelli

-->
O dell’apocalisse.
Quella che ne ‘Le avventure di Gunther Brodolini’ – cioè il primo libro a firma di Alessandro Gori – era stata l’odissea travagliata, frammentata, grottesca e perturbante di un singolo, cinico individuo, diventa ora in ‘Bolbo’ una nuova e dolorosa creatura, un pezzo di carne da macello grondante sangue e malinconia spaccato in tre, che narra dunque di un triplice movimento – quello della famiglia disfunzionale protagonista del romanzo; dell’io narrante, che svela in luminosi quanto struggenti passaggi l’intima realtà della persona Alessandro Gori; del mondo e l’universo, in una spirale di distruzione fisica e metafisica che conduce alle soglie della percezione e delle possibilità stesse della narrazione.
Perché ‘Bolbo’ lo interpreto in primis come un percorso di autocoscienza che il Gori, coadiuvato dall’amico e scrittore Gianluca Cincinelli, compie attraverso la violenza della finzione e la suggestiva tristezza della realtà e del ricordo (propria, quest’ultima, di capitoli espliciti come ‘Insonnia’, ‘Polaroid’, ‘L’Infinito’), sviscerata senza ritegno e con delicatezza chirurgica, spietata.
Certo, si ride, si sghignazza, ma adesso, qui, questo non è importante, come credo non lo fosse per il Gori ai tempi della stesura di questo libro, e come so per certo non esserlo nemmeno per il Gori più smaccatamente comico, che della risata grassa se n’è sempre sbattuto i cosiddetti. Se siete interessati solo alla risata, sappiate dunque che questo non è il libro che fa per voi, perché ‘Bolbo’ è soprattutto un lucido e disincantato dramma spirituale, che usa l’arma del paradosso e del grottesco per farci considerare da un’altra e inedita prospettiva le oscurità e i deserti da cui siamo continuamente assediati.
Il presentimento della fine, la paura della morte e del nulla, l’elaborazione del lutto e della distanza amorosa sono i temi portanti su cui Gori ritorna più volte, come a marcare un confine oltre il quale la risata diventa improvvisamente fuori luogo, sintomo di stupida indifferenza e cinismo.
Miscellanea inestricabile d’intimismo appassionato e anti-comicità disturbante, tristo ottovolante di registri narrativi, prosimetro straniante quanto fatalmente compiuto,  ‘Bolbo’ si presenta come oggetto letterario alieno e sorprendente – forse accostabile a certe magnifiche (e naturalmente incomprese) opere sclaviane come ‘Tre’ e ‘Le etichette delle camicie’, che brilla di enigmatica luce propria nei cieli insondabili dell’Altroquando. 

LINK PER GLI AQUISTI:

Le avventure di Gunther Brodolini:  http://www.amazon.it/avventure-Gunther-Brodolini-Alessandro-Gori/dp/8897426484/


Bolbo: http://www.amazon.it/Bolbo-Alessandro-Gori/dp/8897426603/

lunedì 5 gennaio 2015

Contro i monoliti


(...) tutte le culture sono coinvolte l'una con l'altra, nessuna è unica e pura, tutte sono ibride, eterogenee, straordinariamente differenziate e non monolitiche.
Edward W. Said, Culture and Imperialism, 1993

A Damio e alla Virgi

Che oggi, in Europa (in Italia!), parole come quelle di Said stupiscano ancora dopo ventun anni, è un fatto da registrare con preoccupazione e da tramandare, si spera, per il ludibrio dei posteri.

domenica 21 dicembre 2014

L'astuzia di Nastagio

[Postfazione completa a La città sfinge, Edizioni del Girasole, Ravenna, 2014]

Posta al centro di quel meraviglioso affresco popolare che è il Decameron, la novella di Nastagio degli Onesti spiazza il lettore di Boccaccio come la variazione improvvisa di una sinfonia. Il tono della narrazione non cambia, né muta la straordinaria ricchezza della lingua trecentesca: è qualcosa di più oscuro che disturba la lettura di quelle poche pagine, qualcosa di più arduo da definire.

L'orizzonte narrativo del Decameron è totalmente terreno, immerso nella quotidianità della vita comunale e mercantile dell'Italia medievale. Per la prima volta nella storia della letteratura italiana, l'epos è utilizzato per cantare le esistenze più umili, le miserie e le grandezze dello spirito popolare, la sagacità innata dell'uomo della strada.

lunedì 17 novembre 2014

Intervista ad Alessandro Gori aka Lo Sgargabonzi






[Milano Marittima, ore 2.00.
Mentre sta per scatenarsi la tempesta del secolo sulla riviera romagnola, io me ne sto seduto a un tavolino sotto la veranda del Rosen Garden Hotel in compagnia di Alessandro Gori, classe '78, aretino, nonché comico impertinente a capo del controverso blog Lo Sgargabonzi, autore del libro Le avventure di Gunther Brodolini, pubblicato per i tipi di Fuorionda nel 2013, e in uscita a novembre con il suo secondo romanzo, Bolbo, scritto a quattro mani con l'amico Gianluca Cincinelli. 
Il freddo e l'ora tarda ci costringono a una chiacchierata più rapida del previsto, ma non priva di spunti interessanti.]


lunedì 27 ottobre 2014

Boyhoood, un'educazione sentimentale

Non si tratta di una recherche du temps perdu: il tempo è lì, sullo schermo, tangibile, visibile. Nessuna nostalgia nell'ultimo lavoro di Richard Linklater, Boyhood (2014), ma piuttosto sguardi clinici e impietosi. Un'educazione sentimentale.

domenica 21 settembre 2014

Es patrìda gaian #9

A Tommaso, formidabile arrancatore

Dendriti, stiliti, meteoriti. C'è chi cerca dio sugli alberi, chi sulle colonne, e chi sulle Meteore. Strane Meteore, che invece di abbattersi a terra si slanciano per centinaia di metri verso il cielo.

Cominciano a vedersi già diversi chilometri prima dell'arrivo a Kalambaka, questi giganti di arenaria. Dai finestrini della macchina hanno l'aspetto fantasioso e leggero delle costruzioni dei bambini sulla spiaggia, quando si lasciano colare la sabbia dalle mani, innalzando torrette fatte di ribòboli e rigonfiamenti, a metà strada tra le guglie gotiche milanesi e i progetti di Gaudì.

mercoledì 10 settembre 2014

Es patrìda gaian #8

"Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away."

P. B. Shelley

Anche i Greci hanno avuto i loro Greci. Lo stupore schiacciante che proviamo al cospetto delle opere e dei personaggi dell'antichità greca è analogo alla meraviglia timorosa che gli stessi greci hanno espresso nei confronti della civiltà minoica.

Ogni civiltà si sceglie i propri antenati, più o meno coscientemente, in un processo di invenzione e definizione delle proprie radici. Per questo motivo, ogni civiltà rimpiange un passato dorato, un'epoca perduta di grandezza e perfezione, che funge da indicazione per il futuro, e allo stesso tempo da lievito stimolante.