venerdì 27 aprile 2012

Alla mostra


L'aria seria e contrita – è tutto così importante – dicono cose strane con nomi lunghi e fanno gesti innaturali – sorrisi ironici di noia “guarda questo qui, patetico, ripetitivo, vecchio” – qualche bambino che corre è l'elemento più sincero del quadro, i genitori dicono “sta fermo, Francesco, vieni qui”, senza nemmeno guardare il Francesco, che adesso gattona sotto le sedie – le opere sono su poveri tavoletti di legno, senza spiegazioni, come spuntati dal nulla – noia incredibile le solite facce - “quanto me lo fai questo libro?” “per te, per te posso fare un'eccezione” “no, non fare, non sentirti in dovere, siamo qui per questo, no?” 

lunedì 16 aprile 2012

De myopia


Molti sono gli svantaggi del miope: mancata distinzione dei visi e conseguente rischio di non rispondere al saluto; perdita dell'uscita in autostrada perché la segnaletica è confusa; condanna ai banchi più vicini alla lavagna; non godere delle stelle; nascondere gli occhi dietro a vetri, spesso sporchi.

Secondo alcuni, tuttavia, non mancherebbe qualche vantaggio: migliore comprensione dell'arte astratta; propensione a non fidarsi dei sensi; attitudine ad una epistemologia creativa; interesse al nunc, e soprattutto all'hic; uscire dalle risse indenne; una discreta aura di sapienza; godere delle cose da vicino.

lunedì 9 aprile 2012

Galileo, Paolini e la commedia dell'arte


[Una recensione sbilenca a ITIS Galileo di Marco Paolini, andato in scena il 24 marzo 2012 al Teatro Ermete Novelli di Rimini.]

C'è stato un momento, durante lo spettacolo di Paolini, in cui mi è venuta la voglia di alzarmi dal posto per correre sul palco ed abbracciarlo.

Con una maschera sul viso, Paolini da voce a Salviati, il personaggio del galileiano Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo (1632), portavoce delle teorie copernicane, nonché camuffamento dello stesso autore. La già spuria dizione di Paolini abbandona l'italiano per abbracciare il ben più duttile dialetto veneto; i gesti si fanno plateali; i ragionamenti più intricati; ed ecco il miracolo.

venerdì 6 aprile 2012

Urli


Cioran scrive che siamo tutti malati e che ad ognuno di noi servirebbero un Sahara per urlarvi a volontà, o le rive di un mare elegiaco e impetuoso per mescolare ai suoi lamenti sfrenati i nostri più sfrenati ancora. 

martedì 3 aprile 2012

L'ingegnere va a teatro


[Qualche pensiero confuso e annodato attorno al monologo di Gifuni e Bertolucci L'ingegner Gadda va alla guerra, andato in scena il 2 aprile 2012 a Ravenna, Teatro Alighieri.]

Per tutto lo spettacolo ci si chiede: ma chi è che parla? Quale strano groviglio di personaggi sta interpretando Gifuni? 
 
Adesso è chiaramente il volontario Gadda interventista che si lamenta degli stivali dell'esercito italiano, in un milanese comico e asimmetrico. Adesso invece pare un inetto Amleto balbettante e mammone, afflitto da un'insicurezza atavica, che piange la morte del fratello aviatore. Poi ecco cambiare nuovamente le timbriche e l'accento: si tratta di De Madrigal, scrittore fiorentino duecentesco trapiantato nell'Italia fascista che si lancia in latrati vituperosi contro il regime e Mussolini.