mercoledì 29 agosto 2012

Monti della Sibilla


sotto Forca Viola



Sgrana gioie in
dettagli
maestri /

centro o pastore,
bianchi di
fonte, istrici-dive

acqua fonda
su noi
fuoco, polo

///

flette lo slargo
riappende,
sono lo scasso
la spinta
la stanza

sono la lenza.










sabato 11 agosto 2012

L'altra romagna. Risposta a Elia.

[Rispondo con una vecchia poesia alla precedente poesia di Elia. L'idea è quella di delineare una geografia personale, un buon localismo, attraverso l'esercizio della parola poetica. Versi nati per caso, dalla noia. Il treno si era bloccato per ore, a causa di non so quali problemi, nel mezzo del niente, in piena campagna romagnola.]


Provo ancora meraviglia, l'ammetto.
Poso il libro e guardo fuori: attorno
indaffarati passeggeri senza

nome. Indifferenti al mistero
d'una rinascita tacita e lieve -
sono i peschi in fiore, e i mandorli.

Un pulviscolo rosa o innevato,
gocce casuali di nuovo colore:
ecco ciò che stordisce il mio sguardo.

Lontani nel turchese gli Appennini:
ma qui non v'è quel movimento. Solo
un ampio respiro di pianura

e logici filari allineati.
Provo ancora meraviglia, l'ammetto:
nessuna mente divina potrebbe

ambire a tale bellezza. Lascio
voi ai vostri impegni. Guardo
altrove. Silenzioso sono e assente.

E se anche fosse soltanto finzione,
nulla più di un attimo ubriaco,
sarebbe il reale ad aver torto –

e varrebbe la pena di restare
bocca aperta davanti all'illusione.



mercoledì 8 agosto 2012

L'altra romagna


S. Salvatore in Summano


Ecco il nome che si staglia sotto apre
gli occhi appoggiati agli sguardi, solco
vuoto che attraversa, l’ombra del dio asciutta farsi
protesa

tutto recasse una firma, l’ombra
di una sola scrittura franante sotto

gelasse, gelasse il cuore dei sassi
aprisse una strada rovina
facesse a noi aria, cascasse la pietra
rovina detriti macerie

cielo. un largo imbuto d’aria tutto sopra
sopra il cotto sopra la roverella
sopra il sopra dell’altare sopra il
tutto

lontananza. che forse non vorremmo
ma ci è data nel respiro, raggrumata
nello sputo infilato a forza dentro
tutto

giove. plutoni. calore sotterraneo della terra
ombre lisce nelle pietre del regno
corone e monili e monete, il tesoro il
tutto

eccoci perduti in povertà e malattie
lasciata la catena inchiodata alla cima
del sasso più antico che gli anni possano
coi denti erodere e addormentare

in quale sonno?

e i sogni che un punteruolo scava nel naufragio
della veggenza

e i nidi di rondine e le ceneri sotto la crosta
quale sonno quale sonno

la venuta della fiamma, un sole piccolo
la natura della valle
la natura della luce appena
appena, una screpolatura.