Chi
ci ha educato all'emersione, e perché? L'anabasi frustrante verso la
luce, verso il riflettore – il movimento della falena intontita –
mi sembra proprio lo sbracciarsi irrequieto del venditore di piazza.
Sogna l'emergere chi è immiserito del reale. Sogna la luce chi beve
solo notte. Tutti educati allo stesso movimento d'ascesa, alla stessa
scalata asociale, tutti desiderosi di pane e interviste, “venite e
sarete incensati, c'è posto per tutti, anche per chi ali non ha”.
lunedì 11 novembre 2013
venerdì 1 novembre 2013
La città in bilico
"Istanbul è una città di confine? Questa è la domanda più difficile.
Agli occhi dell'ovvio, la risposta è sì: Istanbul è l'ultima città europa che si possa ancora considerare di confine, ovvero un limes tra due mentalità diverse e per certi versi inadeguate l'una all'altra. Istanbul con un piede in Europa, Istanbul ortodossa e bizantina; Istanbul con un piede in Asia, Istanbul dei minareti e del caffé turco.
Ma a ben vedere, il confine implica separazione, discrimine. Qua inizia la civiltà, mentre hic sunt leones. Questa separazione, ad Istanbul, non l'ho vista. È la sua stessa storia di città di scambio, pedaggi e mercanti ad impedire che le parti, come in un composto chimico, si separino per decantazione."
Dopo tre anni, si torna a parlare di Istanbul, ma attraverso le immagini
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