[Articolo pubblicato originariamente per Pequodrivista]
Nei
filosofi di professione prevale un giudizio per lo più negativo
circa la questione della tecnica. Si passa da uno sfumato sospetto ad
un atteggiamento scettico, fino ad arrivare spesso a posizioni di
aperta ostilità.
Siano
essi di scuola heideggeriana o adorniana, seguano il pensiero critico
francese o quello cattolico fideista non importa: sembra proprio che,
per grande parte della filosofia, la tecnica ponga un problema
fastidioso, come una matassa difficile da sbrogliare, che si
preferisca accantonare sbrigativamente sotto l'etichetta riduttiva
della “volontà di potenza”.