lunedì 22 luglio 2013

Sloterdijk, il reazionario. Parte seconda

A mo' di conclusione e completamento dell'intervento precedente, crediamo sia utile analizzare in breve le idee di un altro saggio contenuto nel volume Non siamo ancora stati salvati, intitolato L'offesa delle macchine, per tenere in allenamento i nostri anticorpi.

Il saggio parte tratteggiando mirabilmente la storia del pensiero scientifico occidentale usando categorie mediche: se la salute è considerata dai medici “il successo del sistema immunitario” (e vediamo che la scelta teorica di Sloterdijk, non a caso, ripropone una lettura “difensiva” del successo vitale: vive meglio chi si difende meglio), si potrebbe analogamente pensare alla storia della cultura come “la storia dei ferimenti e della rigenerazione dei sistemi immunitari mentali” (p. 277), secondo il famoso paradigma freudiano della ferita narcisistica che l'illuminismo ha provocato all'uomo, prima con Copernico, poi con Darwin e infine con Freud stesso.

domenica 21 luglio 2013

Sloterdijk, il reazionario. Parte prima

Si tratta di sviluppare gli anticorpi contro Sloterdijk, o meglio, contro le sue idee. Le sue argomentazioni sono solide, convincenti, ben scritte; la sua cultura è vasta, eclettica ma rigorosa, capace di istituire collegamenti fra diverse discipline, collegamenti tanto vertiginosi quanto illuminanti; l'autorità e l'autorevolezza filosofica sono vieppiù consolidate dalla qualità dei suoi lavori.

Ciò nonostante, le sue conclusioni, ovvero il punto d'arrivo e l'intenzione della teoria, sono stonate, sinistre, spiacevolmente distanti dalle premesse iniziali. Quanto più convincenti e ben scritte saranno queste conclusioni, tanto più dovremo esercitare i nostri anticorpi ed essere capaci di proteggere noi stessi.

lunedì 8 luglio 2013

Costruire se stessi. Una riflessione sulle reti sociali a partire da Foucault

Facciamoci tentare da un'analogia. Lasciamo che siano i due termini accostati a chiarirsi l'uno con l'altro: da un lato la riflessione filosofica di Foucault, dall'altro le reti sociali e le comunità digitali. Cerchiamo di capire come il primo termine spieghi il secondo e, viceversa, come il secondo verifichi il primo. La posta in gioco filosofica è la costituzione del soggetto.

Foucault ha dedicato tutta la sua vita allo studio della genealogia del soggetto. Ha smascherato il falso protagonismo della nozione di “soggetto” rivelandoci come esso sia sempre un risultato, un divenuto e mai un punto di partenza, con buona pace degli esistenzialisti e degli umanisti.

Qui l'articolo completo, scritto per il Pequod.

sabato 6 luglio 2013

L'ibridazione delle categorie

La metafisica non è morta, a dispetto di tutte le ingiurie e gli accidenti che le hanno augurato. Non si può fare a meno di usare categorie metafisiche, e questo per una ragione molto semplice: l'uomo è un animale metafisico. Checché ne dicano scientisti, positivisti e scienziati, la metafisica non è il regno dell'errore e della speculazione vuota, né la bestia nera nata dalla soppressione delle regole logiche; più semplicemente essa è la struttura di base che le permette, il “luogo comune” su cui costruire.

Il problema è tale solo se è affrontabile – affrontabile, notare bene, e non risolvibile, e neppure falsificabile – all'interno di categorie metafisiche. Per questo non possiamo fare a meno della metafisica. Per vivere, la metafisica si nutre di opposizioni. Una celebre opposizione del pensiero occidentale descrive un movimento concettuale che ha segnato la nostra storia e la nostra visione delle cose: l'opposizione tra l'ascendere-oltre e il rimanere-dentro.