domenica 27 gennaio 2013

Sul giorno della memoria


L'esagerazione è uno strumento della dialettica di Adorno. Quando il francofortese dichiarava, sicuro di sé e delle sue teorie, che “scrivere poesie dopo Auschwitz è un atto di barbarie”, le sue parole, lungi da essere una semplice provocazione intellettuale, vanno prese sul serio.

Scrivere poesie, fare cultura dopo Auschwitz, è un “atto di barbarie” perché la cultura ha fallito. Se è stato possibile, in uno dei paesi intellettualmente più progrediti al mondo, eliminare sistematicamente individui come capi di bestiame, allora la cultura non era che spazzatura, macchiata per sempre dal marchio del nazismo. Farla significherebbe rendersi complici della stessa civiltà che ha creato Bach e i campi di sterminio.