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Quella che
ne ‘Le avventure di Gunther Brodolini’ – cioè il primo libro a firma di
Alessandro Gori – era stata l’odissea travagliata, frammentata, grottesca e
perturbante di un singolo, cinico individuo, diventa ora in ‘Bolbo’ una nuova e
dolorosa creatura, un pezzo di carne da macello grondante sangue e malinconia
spaccato in tre, che narra dunque di un triplice movimento – quello della
famiglia disfunzionale protagonista del romanzo; dell’io narrante, che svela in
luminosi quanto struggenti passaggi l’intima realtà della persona Alessandro
Gori; del mondo e l’universo, in una spirale di distruzione fisica e metafisica
che conduce alle soglie della percezione e delle possibilità stesse della
narrazione.
Perché
‘Bolbo’ lo interpreto in primis come un percorso di autocoscienza che il Gori,
coadiuvato dall’amico e scrittore Gianluca Cincinelli, compie attraverso la violenza
della finzione e la suggestiva tristezza della realtà e del ricordo (propria,
quest’ultima, di capitoli espliciti come ‘Insonnia’, ‘Polaroid’, ‘L’Infinito’),
sviscerata senza ritegno e con delicatezza chirurgica, spietata.
Certo, si
ride, si sghignazza, ma adesso, qui, questo non è importante, come credo non lo
fosse per il Gori ai tempi della stesura di questo libro, e come so per certo
non esserlo nemmeno per il Gori più smaccatamente comico, che della risata
grassa se n’è sempre sbattuto i cosiddetti. Se siete interessati solo alla
risata, sappiate dunque che questo non è il libro che fa per voi, perché
‘Bolbo’ è soprattutto un lucido e disincantato dramma spirituale, che usa
l’arma del paradosso e del grottesco per farci considerare da un’altra e
inedita prospettiva le oscurità e i deserti da cui siamo continuamente
assediati.
Il
presentimento della fine, la paura della morte e del nulla, l’elaborazione del
lutto e della distanza amorosa sono i temi portanti su cui Gori ritorna più
volte, come a marcare un confine oltre il quale la risata diventa
improvvisamente fuori luogo, sintomo di stupida indifferenza e cinismo.
Miscellanea
inestricabile d’intimismo appassionato e anti-comicità disturbante, tristo
ottovolante di registri narrativi, prosimetro straniante quanto fatalmente
compiuto, ‘Bolbo’ si presenta come
oggetto letterario alieno e sorprendente – forse accostabile a certe magnifiche
(e naturalmente incomprese) opere sclaviane come ‘Tre’ e ‘Le etichette delle
camicie’, che brilla di enigmatica luce propria nei cieli insondabili dell’Altroquando.
LINK PER GLI AQUISTI:
Le avventure di Gunther Brodolini: http://www.amazon.it/avventure-Gunther-Brodolini-Alessandro-Gori/dp/8897426484/
Bolbo: http://www.amazon.it/Bolbo-Alessandro-Gori/dp/8897426603/