Si
dice che una sola immagine, quando ben organizzata, valga più di
mille parole; e se per la pittura contemporanea questo detto non vale
più, in quanto si dipinge soprattutto per evitare la parola, per
rifugiarsi nell'indicibile, nel nostro caso questi due affreschi,
compiuti nello stesso torno di tempo da due maestri dell'Umanesimo
italiano, valgono quanto un trattato filosofico sulla differenza fra
dialogo e cattedra.
A
chi volesse capire qualcosa della differenza fra due concezioni
speculari della conoscenza e della trasmissione del sapere, una
derivante dalla filosofia e l'altra dalla teologia, senza però
faticare su testi e saggi tradizionali, consiglierei di osservare con
attenzione queste due composizioni – perché esse contengono il
segreto della sintesi e della leggibilità.