sabato 13 giugno 2015

Recensione: BOLBO di Alessandro Gori e Gianluca Cincinelli

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O dell’apocalisse.
Quella che ne ‘Le avventure di Gunther Brodolini’ – cioè il primo libro a firma di Alessandro Gori – era stata l’odissea travagliata, frammentata, grottesca e perturbante di un singolo, cinico individuo, diventa ora in ‘Bolbo’ una nuova e dolorosa creatura, un pezzo di carne da macello grondante sangue e malinconia spaccato in tre, che narra dunque di un triplice movimento – quello della famiglia disfunzionale protagonista del romanzo; dell’io narrante, che svela in luminosi quanto struggenti passaggi l’intima realtà della persona Alessandro Gori; del mondo e l’universo, in una spirale di distruzione fisica e metafisica che conduce alle soglie della percezione e delle possibilità stesse della narrazione.
Perché ‘Bolbo’ lo interpreto in primis come un percorso di autocoscienza che il Gori, coadiuvato dall’amico e scrittore Gianluca Cincinelli, compie attraverso la violenza della finzione e la suggestiva tristezza della realtà e del ricordo (propria, quest’ultima, di capitoli espliciti come ‘Insonnia’, ‘Polaroid’, ‘L’Infinito’), sviscerata senza ritegno e con delicatezza chirurgica, spietata.
Certo, si ride, si sghignazza, ma adesso, qui, questo non è importante, come credo non lo fosse per il Gori ai tempi della stesura di questo libro, e come so per certo non esserlo nemmeno per il Gori più smaccatamente comico, che della risata grassa se n’è sempre sbattuto i cosiddetti. Se siete interessati solo alla risata, sappiate dunque che questo non è il libro che fa per voi, perché ‘Bolbo’ è soprattutto un lucido e disincantato dramma spirituale, che usa l’arma del paradosso e del grottesco per farci considerare da un’altra e inedita prospettiva le oscurità e i deserti da cui siamo continuamente assediati.
Il presentimento della fine, la paura della morte e del nulla, l’elaborazione del lutto e della distanza amorosa sono i temi portanti su cui Gori ritorna più volte, come a marcare un confine oltre il quale la risata diventa improvvisamente fuori luogo, sintomo di stupida indifferenza e cinismo.
Miscellanea inestricabile d’intimismo appassionato e anti-comicità disturbante, tristo ottovolante di registri narrativi, prosimetro straniante quanto fatalmente compiuto,  ‘Bolbo’ si presenta come oggetto letterario alieno e sorprendente – forse accostabile a certe magnifiche (e naturalmente incomprese) opere sclaviane come ‘Tre’ e ‘Le etichette delle camicie’, che brilla di enigmatica luce propria nei cieli insondabili dell’Altroquando. 

LINK PER GLI AQUISTI:

Le avventure di Gunther Brodolini:  http://www.amazon.it/avventure-Gunther-Brodolini-Alessandro-Gori/dp/8897426484/


Bolbo: http://www.amazon.it/Bolbo-Alessandro-Gori/dp/8897426603/

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