lunedì 17 novembre 2014

Intervista ad Alessandro Gori aka Lo Sgargabonzi






[Milano Marittima, ore 2.00.
Mentre sta per scatenarsi la tempesta del secolo sulla riviera romagnola, io me ne sto seduto a un tavolino sotto la veranda del Rosen Garden Hotel in compagnia di Alessandro Gori, classe '78, aretino, nonché comico impertinente a capo del controverso blog Lo Sgargabonzi, autore del libro Le avventure di Gunther Brodolini, pubblicato per i tipi di Fuorionda nel 2013, e in uscita a novembre con il suo secondo romanzo, Bolbo, scritto a quattro mani con l'amico Gianluca Cincinelli. 
Il freddo e l'ora tarda ci costringono a una chiacchierata più rapida del previsto, ma non priva di spunti interessanti.]




Classica domanda di rito per introdurti a chi ancora non ti conosce: chi è Alessandro Gori e come nasce il progetto Lo Sgargabonzi?



Il progetto Lo Sgargabonzi nasce nove anni fa. Dovevo dare gli ultimi esami di Psicologia - perché io avrei anche uno straccio di laurea in Psicologia che però ho il buon gusto di non far valere nella vita - e proprio in quel momento in cui non avevo tempo da perdere, è stato il tempo perso a venirmi a cercare. Ho aperto questo blog senza nemmeno sapere troppo bene cosa fosse un blog. In realtà, volevo solo stare sotto stress per poter tirare fuori quella creatività che avevo e per poter raccontare le mie storie, creare e far vivere i miei personaggi e anche le mie ossessioni.


Andando avanti, le idee via via sono seguite. Tutte ottime idee, capiamoci subito, almeno quelle pubblicate. Ammetto tranquillamente che tutto quello che rendo pubblico è dalle parti del capolavoro, ma non perché io sia infallibile: la maggior parte della roba che scrivo fa schifo, ma voi non la leggete perché la tengo per me. Sulla roba che pubblico non accetto critiche e tendo anzi a graffiare in faccia, perché è tutta portata al suo massimo potenziale e non voglio sentir volare una mosca, chiaro?



Molto bene, dopo questi convenevoli possiamo entrare nel vivo dell'intervista. Parlaci un po' della tua prima avventura letteraria, Le avventure di Gunther Brodolini.



Le avventure di Gunther Brodolini è un libro che definire brossurato è definire poco. Si tratta di un romanzo di formazione che ruota appunto intorno a Gunther Brodolini, questo bimbo tanto tenero quanto macabro e necrofilo, a zonzo per un mondo più marcio di lui. Lo vedremo evolversi, peggiorare dai propri errori esattamente come nella vita e, in questa discesa agli inferi sotto forma di un road-movie in acido lisergico, Gunther sarà accompagnato da un Virgilio multiforme: una coppia scambista, uno yeti dal cuore d'oro, un pagliaccio pedofilo - ovvero Cagnacci Oreste, il vecchio clown della Galbusera - ma anche nonni a forma di pompelmo, vampiri da piano bar, down arrivisti, porporati in polmoni d’acciaio e quant'altro.
È un libro umoristico, in cui però si ride col groppo in gola, sentendosi spesso un po' in colpa. Anche per il delitto Pecorelli.



Qualche anticipazione sul tuo nuovo libro appena uscito?



Il nuovo libro è Bolbo, che ho scritto a quattro mani col mio storico amico Gianluca Cincinelli, conosciuto come Caramelleamare per chi bazzica Lo Sgargabonzi. È un mélange molto diverso da Brodolini, perché è un libro con molto meno umorismo nero. È un trip, un caleidoscopio di suggestioni liquide e cangianti per cui si passa, almeno nelle intenzioni, dal sorriso allo smottamento emotivo senza soluzione di continuità.
Il libro si apre con una famiglia disfunzionale composta da dodici persone - tra cui l'orso Greganti e il cantante brit-pop Liam Gallagher - che il giorno di Natale decide di scendere sotto il tavolo della sala da pranzo e rifarsi una vita lì. Ci metteranno quindici mesi per tornare su, e in questa risalita si perderanno, arrivando persino sulle pendici di un vulcano islandese. E questo è solamente il primo capitolo di un romanzo oltre ai confini del ragionevole, in cui il tempo e lo spazio sono solo un’opinione di poco conto. Vogliamo dire che è il mio libro della maturità? E diciamolo!



Torniamo a Brodolini. Durante la lettura del romanzo, mi chiedevo se personaggi come Fegatellius, il Vescovo Shakira, il Nazza, Otto Zuegg, Cagnacci Oreste e altri ancora, rispecchino in qualche modo diversi aspetti della tua personalità, a mo' delle proiezioni psichiche del Napoleone di Ambrosini.
È così?



Voglio parlare di Bolbo, che è appena uscito, e questo mi chiede di Brodolini… va beh. In realtà in me c'è molto di Gunther Brodolini. È un personaggio che ho calzato in maniera pressoché totale, perché so come ragiona, so quello che può fare, e quindi non è che debba inventare più di tanto. Creo una situazione, ci metto Gunther Brodolini in mezzo e mi limito ad assecondarlo. Gli altri personaggi - che tu paragoni alle proiezioni mentali del Napoleone di Ambrosini, alla stregua di Lucrezia, Caliendo e Scintillone – non è che siano esattamente i miei oggetti psichici. Sono più dei piacevoli puntaspilli. A me piace tirare fuori quello che c'è di imbarazzante nelle persone, però mai dall'alto verso il basso, ma piuttosto indossando panni che conosco bene perché sono anche i miei.


E così, mettermi sempre alla pari della vittima, nell’intingolo selvaggio in questo lardo guasto che è la vita. Da lì nascono appunto questi personaggi che, da buon traumatofilo, mi provocano una sorta di assoluta empatia nell'imbarazzo (esiste anche una parola in tedesco per dirla, ma mi sfugge).



Considerata la grande quantità di personaggi femminili presenti nel libro - che spesso interagiscono in maniera perversamente sentimentale con il protagonista - viene spontaneo chiederti: qual è il rapporto di Alessandro Gori con le donne?



Il rapporto col sesso femminile è felicissimo da quando ho realizzato che il sesso è clamorosamente sovrastimato. Il sesso ha molte controindicazioni. Prima di tutto, è un atteggiamento di una maleducazione unica. Poi macchia da matti. Inoltre c'è il fatto che nella vita tu dici “adesso faccio finalmente l'amore con questa ragazza che mi piace un sacco, ho sofferto tutta la settimana perché ho lavorato e ho ingoiato rospi per non dire al mio capo quello che penso di lui, quindi finalmente relax!”, e invece anche in quel momento lì il relax è solo una chimera, perché anzi: devi farti venire un'erezione. E allora dico io, quando sei con una ragazza che ti arrapa da matti, con cui non vedi l'ora di fare l'amore, a cosa cazzo devi pensare per farti venire un'erezione? Me lo chiedo sempre. Magari ti devi fermare e dire “aspetta un attimo, Vanessa, ora arrivo e si scopa, devo un attimo pensare ai giornalini porno e ai culi, aspetta…”. Quindi so che purtroppo ci sono persone che hanno enormi problemi, cioè gente che davvero per farselo venire duro ha (purtroppo) bisogno di un'erezione.

Io dico: se tu vai con una donna, e questa donna è contenta di fare l'amore con te solamente nel momento in cui hai un'erezione, non ti passa già la voglia? L'idea è di poter essere quindi sempre al proprio peggio e avere comunque delle disperate che ti danno retta anche per pena, soprattutto per pena, il che mi eccita da matti e mi da un potere pazzesco su quei poveracci che hanno bisogno dell’erezione.



Qual è la peculiarità dell'umorismo sgargabonziano? E soprattutto ti chiedo: come reagisci alle critiche, spesso violente, che vengono mosse da chi fraintende la tua arte comica, venata com'è di accenti caustici e disturbanti?



Non so bene cosa rispondere perché non mi pongo il problema, come è giusto che sia. Da parte mia, mi sento a posto con la coscienza. Odio spiegare le barzellette, ma ok, giusto perché sei tu: in quello che io dico di sconveniente o apparentemente offensivo, non c'è mai un cinismo, ma c'è anzi l'esasperazione della posa del cinico, c'è la voglia di fare arrossire un cinico portando all'estremo il suo ragionamento, rendendolo scevro dai mezzucci che di solito il cinico usa per sdoganare il proprio pelo sullo stomaco e la propria analità. È totalmente una recita, una farsa, che però più fa male e più sono contento.



Una domanda che ti farà sicuramente perdere un fracco di fans: qual è il rapporto con il tuo nutrito pubblico facebookiano? Vedi di buon occhio i tentativi dei lettori di emulare la comicità sgargabonziana, oppure fai buon viso a cattivo gioco?



Faccio assolutamente buon viso a cattivo gioco, ci mancherebbe. Ma non sono assolutamente soddisfatto. Una volta c'erano dei gran bei personaggi che lasciavano bei commenti, ora s’è fatta spazio una nutrita manica di cretini ansiosi di scrivere le cose più scontate e scambiare la mia bacheca per quella del Mago Gabriel, di Richard Benson o di Pino Scotto.



Sappiamo che moltissime tue gag (soprattutto quelle dell'ultimo periodo) sono legate da un filo rosso narrativo, per cui possono essere lette singolarmente e/o interpretate come segmenti di un discorso comico-narrativo più ampio e articolato (pensiamo alla saga del Deboscio, a quella su Niccolò Contessa dei Cani, fino al recentissimo piagnisteo per Cinzia). Stai lavorando a qualche nuovo filone oppure no?



Non sto lavorando a niente perchè non ho mai lavorato. Sono affetto dalla sindrome di Treacher-Scagnetti e purtroppo il lavoro mi altera il pH. Poi ripeto, nasce tutto in maniera abbastanza spontanea, magari da un'annotazione che ne fa nascere un'altra, poi altre tre, poi altre dieci. Sostanzialmente, io assecondo solo uno stimolo momentaneo. E una cosa è certa: meno ne so di un argomento, meglio mi vengono le situazioni che creo.



Lo Sgargabonzi non è però solo comicità grottesca e surreale. All'interno della tua vasta produzione letteraria sono infatti presenti frammenti legati a un vissuto drammatico, scevri di qualsiasi ironia o senso del ridicolo. Sono pezzi sofferti dove emerge il tuo lato più genuinamente esistenziale, spesso - volutamente? - celato dalla sovrastruttura comica, e per questo forse ignorati dalla stragrande maggioranza del tuo pubblico. Ti va di parlarcene, indicando magari i tuoi scritti più significativi in questo senso?



Non me lo sono mai chiesto, ma ci provo. Diciamo che non mi dispiacciono quei post che più piacciono alle mamme e alle groupie. Quelli che, durante le serate, fanno calare l’attenzione solo per il fatto che non è roba scritta per far ridere. La verità è che sono monologhi finto-introspettivi messi a puntino per cercare di guadagnare, anche per errore, qualche groupie appassionata di deficit erettili. Te ne dico cinque: Topi, Sotto il bicchiere, Insonnia, Questa notte passerà e Letti. Fermiamoci qui.



Entriamo adesso nel personale spinto, un po' gore. Che cosa emoziona Alessandro Gori, al di là della sua passione per il comico e il grottesco?



Le serate con gli amici sono la priorità nella mia vita. Le serate passate davanti alla plancia di un gioco da tavolo, nello specifico. Amo la bella atmosfera che si crea lanciando dadi e pescando carte. Poi c'è la passione per i fumetti bonelliani. Notare che io non irrido mai neanche per scherzo Sergio Bonelli, che per me è una sorta di secondo padre. Poi c'è la musica, il britpop, gli anni '90, gli Oasis su tutti. Noel Gallagher è talento che cammina, patrimonio dell'umanità, eccetera. Oltre a questo c'è un'antica passione per il cinema, che però è sempre meno vivida. Ormai ci vado solo per vedere i Coen, Haneke, Garrone e Solondz.



Parliamo adesso di Milano Marittima. Tu mi hai detto che sono ormai ventotto anni che ti concedi almeno due settimane di vacanza su questa fetta di riviera romagnola, dunque da fiero campanilista ti chiedo: cosa ti affascina di questo posto?



Frequento Milano Marittima da quando ci venivo d’estate con i miei. Perché torno in un posto che, in fin dei conti, mi rappresenta poco? È un luogo mondano e io non sono mai entrato né al Pineta né al Papeete. Ma io sono attratto da qualsiasi cosa sia passata, qualsiasi ricordo bello o brutto che mi sia lasciato alle spalle, quindi non ho la minima intenzione di investire questi quindici giorni in nessun altro posto al mondo. Qua ogni panchina ha una suggestione, un ricordo, uno struggimento. Io stesso sono pieno di commoventi polaroid mentali. Conosco questo paese più di quanto lo conosca la maggior parte della gente, quindi posso prendermi il lusso di andare oltre all’ovvio e al luogo comune.



Torniamo a parlare delle tue passioni, cercando di capire meglio le tue inclinazioni artistiche. Elencaci romanzi, film, dischi, serie tv, fumetti e giochi da tavolo per te meritevoli di attenzione.



Io non leggo romanzi. Leggo molti fumetti, ma sono uno scrittore che non legge libri, però non per snobismo, sia chiaro... Semplicemente perchè mi distraggo. Quando inizio a leggere, magari arrivo al ventesimo rigo e mi accorgo che sto pensando al perchè la Bofrost abbia tolto la torta Ape Regina dal catalogo.


Ad ogni modo, un romanzo che consiglierei è Non è successo niente di Tiziano Sclavi, meglio ancora se preceduto da Le etichette delle camicie, sempre di Sclavi, una sorta di prologo a questa bellissima autobiografia in cui si sorride e ci si commuove senza soluzione di continuità. La lettura di questa autobiografia è una delle cose più belle e intense di cui abbia mai fatto esperienza in tutta la mia vita.


Il mio film preferito è
Via da Las Vegas di Mike Figgis, che ha soppiantato Luna di Fiele nel '97, che a sua volta ha soppiantato Bianca di Nanni Moretti. Ma ci metterei pure Il Fantasma del Palcoscenico di De Palma, Dolly’s Restaurant di James Mangold, Casinò di Scorsese, La Pianista di Haneke, L’Uomo Che Non C’Era dei Coen…


Fra i dischi io consiglio:
(What's the story) Morning Glory? degli Oasis, il secondo, clamoroso; Money for Dope di Daniele Luttazzi, un album intensissimo ed emozionante; infine, l'album omonimo degli Hal.


Fra le serie televisive: Nip/Tuck, che è meglio della vita, una serie per me nell'olimpo insieme a Rescue Me e The Office UK.


Per quando riguarda le serie a fumetti, direi Ken Parker, oppure qualsiasi Dylan Dog di Sclavi. Poi amo molto anche Magico Vento.


Il mio gioco da tavolo preferito in assoluto è
Talisman, per motivi meramente affettivi. Poi ci metto anche dei german come K2, Lords of Waterdeep, Belfort, El Grande, Modern Art, King of Siam, Tzolkin e Intrigue.




Ringraziamo Alessandro Gori per la malcelata gentilezza, e riaggiorniamoci non appena Bolbo vincerà lo Strega, chè magari si fa una capatina ad Arezzo per parlarne come si deve, ok?



Ah, addirittura preso per il culo in casa mia, davanti ai miei lettori?
Benissimo. Perfetto.



LINK PER GLI ACQUISTI:

LE AVVENTURE DI GUNTHER BRODOLINI: qui
BOLBO: qui  
IL SITO DELLA CASA EDITRICE FUORI|ONDA: qui
PER CHI VOLESSE APPROFONDIRE DAL VIVO LE TEMATICHE DI ALESSANDRO GORI, ECCO LE INFORMAZIONI PER IL PROSSIMO SGARGABONZI LIVE A ROMA: qui

Nessun commento:

Posta un commento