venerdì 26 marzo 2010

La spirale della luce, la spirale della tenebra: dissoluzione progressiva nel conflitto cosmico

Dedico l'intervento ai pochi lettori che si lasceranno "interferire"
per intensificare il loro conflitto


Cercando di evolvere l’aspetto geografico del mondo curvo da me sommariamente tracciato ne “La Chiave Obliqua”, ho inconsciamente spostato l’attenzione dalla fisicità simbolica della realtà dell’arte all’anima dell’uomo, descrivendo nella mia ultima pubblicazione il conflitto che ruota attorno alla contrapposizione fra la luce e la tenebra che dominano l'essere e ne caratterizzano la natura.

William Butler Yeats, imprescindibile punto di riferimento per chiunque voglia addentrarsi all’interno delle luci e delle ombre del tutto universale, delineò nella sua principale opera teorica, intitolata “A Vision”, uno schema della sua visione storica, che consiste nella rappresentazione di una compenetrazione di due coni, uno chiaro e l’altro scuro.

Questo schema rappresenta l’alternarsi continuo delle epoche storiche, il decadere di una e l’elevarsi di un’altra, in un continuo movimento a spirale che descrive progressive dissoluzioni e progressive elevazioni dello spirito e degli avvenimenti del cosmo.

Lo schema può adattarsi perfettamente anche alla realtà intima dell’uomo. Immaginiamo di identificare in questi due coni antitetici i principi della luce e dell’oscurità: si potrà facilmente giungere ad una visione fluente dello spirito e della psiche, ad una sorta di incessante contrasto fra pulsioni “positive” e pulsioni “negative”, che andrà a condizionare ogni aspetto della vita dell’essere umano per portarlo, dopo un lungo periodo di consunzione, al finale disfacimento, alla resa che non vedrà alcun vincitore.

La guerra fra la luce e la tenebra si conclude nell’uomo in silenzio, come implodendo, e sfociando infine in un unico grande tutto che riappacifichi le due parti, oppure riprendendo il conflitto in una dimensione più elevata, al di fuori dei limiti imposti dalla biologia e dalla fisica.

Il conflitto è ciò che porta ad essere ciò che si è, insieme a ciò che non si è, perché si diviene se stessi e poi di nuovo ci si perde e perdendosi si ha l’occasione di ritrovare il sentiero che porta in mezzo ad una foresta misteriosa in cui ci si smarrisce dopo pochi passi. Il pellegrinaggio uccide il pellegrino, la mano del cavaliere cede alla sua stessa spada e sulla terra precipita l’oblio che darà luce a ciò che non è in ombra.

Come concepire una realtà statica che sia totalmente chiara o totalmente scura? Il simbolo della doppia spirale assume quindi una perfetta obliquità, una curvatura che è l’unica legge del cosmo: il conflitto domina il tutto, la lotta fra corpo e anima non conosce vincitori, così come nel simbolo non si risolve la dicotomia fra estensione del significato e protezione della realtà esoterica lentamente svelata.

Il mondo curvo penetra nell’uomo, l’uomo curvo penetra il cosmo.

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