venerdì 23 aprile 2010

Le colpe dei padri

È il 24 aprile 2009. È un caldo venerdì pomeriggio, già carico di maggio.
Percorro la strada per Marina senza fretta. Alla mia sinistra, oltre l’altra corsia, le fabbriche ormai rugginose di Deserto Rosso; davanti a me il cavalcavia, poi il rettilineo verso il primo finesettimana di mare.
È un obbligo, un simbolo, un rito; non puoi sottrarti al primo happy hour, per quanto agorafobico o pigro tu possa essere.

La maggioranza dei miei coetanei sarà in spiaggia stasera; un opaco bicchiere di plastica in mano, ondeggiando piano al ritmo della musica; un sorriso che preannuncia le vacanze non ancora soffocate dalla caligine della noia.
E anche se si parlerà delle solite cose, scuola relazioni aneddoti progetti, so che questo è il momento migliore per godermi un po’ di vita.

Vedo la striscia greve della pineta avvicinarsi. Credo lascerò la macchina al parcheggio per proseguire a piedi. Non si sa mai; sono 15 minuti di cammino ma non voglio finire imbottigliato come al solito.

Passo il ponte e freno di colpo.
Davanti a me una fila argentea d’automobili si snoda a perdita d’occhio.
Qualche urlo di clacson s’intromette tra i suoni dei Beach Boys. Un incidente. Non ho mai visto fila a questa altezza, così lontano dai bagni. Anzi, di solito è proprio questo rettilineo in discesa il punto preferito per testare il limite di velocità della macchina nuova.

Rimarrò seduto sul sedile, grondante di sudore e rabbia per altre tre ore.

Sarò trasportato come su di un nastro trasportatore per tutto il tragitto ad una media di 5 chilometri l’ora;
gente ubriaca colpirà i miei finestrini con mani scarpe e bicchieri; assisterò ad una rissa;
finirò due volte Pet Sounds;
passerò ironicamente davanti al mio bagno senza potere parcheggiare;
vedrò almeno 5 persone vomitare al lato della strada;
constaterò un’inspiegabile assenza delle forze dell’ordine;
tornerò in città; dovrò fermarmi al passaggio a livello per lo scalo di un treno merci e, una volta a casa, andrò a dormire.

La causa dell’indigestione di macchine a Marina è stata collegata all’imprevisto arrivo di più di 40 corriere emiliane dirette ad un famigerato stabilimento balneare, cariche di universitari(e) e giovani pieni di voglia di divertirsi e imbottiti di alcol.

Secondo la stampa le corriere erano state organizzate dallo stesso stabilimento per festeggiare l’apertura della stagione, ma evidentemente le autorità non erano state avvertite a dovere della quantità di turisti più o meno sessuomani che sarebbero sbarcati sulle nostre spiagge.

Le forze dell’ordine erano del tutto impreparate ad una tale affluenza di macchine e gambe.
Risultato, più o meno prevedibile: molto lavoro per gli operatori ecologici, molte ambulanze, lamentele e accuse per mesi e drastico cambio d’idee riguardo alla riviera e alla sua funzione.

È da quel giorno di smog e birra che il sindaco ha lanciato la cosiddetta campagna anti-sballo.
È dunque quasi un anno che l’attenzione della giunta è concentrata sulla propaganda salutista e proibizionista; non conosco nessun mio coetaneo che non ne sia al corrente; e, di quelli che conosco, pochi sono completamente d’accordo con i provvedimenti restrittivi che sono stati presi per arginare il “problema sempre crescente dell’alcool nelle nuove generazioni”.

Basta fare un giro su Facebook e contare il numero degli iscritti ai gruppi che sono stati creati per sbeffeggiare apertamente o manifestare la propria irritazione circa le scelte del sindaco; non solo, credo che sarebbe molto utile calcolare la media dell’età degli utenti, per capire meglio quali generazioni in particolare non si dichiarano favorevoli.

Le ragioni di tale dissenso, nonostante il fine della campagna sia indubbiamente un fine nobile e giusto, non sono difficili da comprendere.

Solo uno stupido potrebbe dichiararsi contro i provvedimenti salutisti del comune. Nessuno, d’altronde è a favore dell’alcolismo, nemmeno gli alcolizzati, credo.
Nessuno è a favore del consumo incontrollato di alcolici di pessima qualità e di conseguenti risse o visite dal dentista.
Nessuno, logicamente, crede che sia giusto che un sedicenne si ubriachi e si spezzi le vertebre contro il guardrail ogni venerdì e sabato sera.

Allora perché tanto astio nei confronti di questa campagna?

Un primo innegabile problema è che molti sono infastiditi dall’atteggiamento proibizionista del sindaco.

Non è una questione di moralità; valore che purtroppo, molto spesso e a sproposito, è stato paternalisticamente tirato in ballo nelle pessime pubblicità contro lo sballo e contro gli happy hour; pubblicità che si possono vedere appese per le strade del centro e tatticamente di fronte ai licei e alle scuole della città.

Il fastidio nasce, più concretamente, dalla conoscenza che ci viene dalle scienze sociali, dalla psicologia e dalla storia – conoscenza ormai di dominio pubblico – e che potrebbe essere semplificata fino alla banalità nell’asserzione vecchia come l’uomo che “quanto più si proibisce, tanto più si tende a trasgredire alla proibizione.”

Il piacere della trasgressione (parola che ormai ha perso ogni connotazione di valore) è inestirpabile.
Ma su questo forse non tutti sono d’accordo.

Un altro grave errore che il sindaco ha commesso nella sua campagna, è stato quello di responsabilizzare oltre ogni misura il ruolo giocato dai giovani.

La scelta di indirizzare soprattutto ai neodiciottenni e ai ragazzi delle scuole superiori i suoi ammonimenti e i suoi consigli non ha fatto che peggiorare la situazione.

I ragazzi si sono sentiti colpevolizzati dalle parole del sindaco, umiliati per le pubblicità ridicole e paternalistiche (sempre che abbiano avuto un qualche effetto in positivo, senza contare la spese di realizzazione), infastiditi dai modi e dal tono della campagna anti-sballo.

Tristemente famosa la foto che ritrae il sindaco rovesciare in un tombino un secchiello pieno di alcol; gesto pletorico e retorico che non credo abbia avuto altro effetto se non quello di tirarsi addosso ancora più antipatie e malcontenti.

Sinceramente non credo che nel 2010 ci sia bisogno di ribadire a ragazzi adolescenti il pericolo dell’alcol e delle droghe. Sono infarciti di conoscenze e spauracchi medici sul pericolo e sulle malattie legate al consumo di sostanze stupefacenti; spesso al punto che l’azione che si riteneva di contenimento e di prevenzione, finisce per rovesciarsi e creare atteggiamenti di non-curanza e menefreghismo.

Fare finta di non saperlo, forse per cercare una spiegazione plausibile per un consumo che non accenna a diminuire, equivale semplicemente a trattarli da stupidi e comportarsi ingenuamente.

Accusare i ragazzi della degradazione che la riviera ha subito negli ultimi anni è un grande errore.

Distoglie rischiosamente l'attenzione da altre colpe che vanno ricercate in profondità e che sono state commesse quando ancora questa generazione era in fasce, e l’alcool lo assumeva solo sulle ginocchia sbucciate.

Invece di continuare a chiedersi come risolvere il problema dell’alcolismo, perché non cercano piuttosto le ragioni storiche e sociali di tale comportamento?

L’origine, come troppo spesso accade, è meramente e terribilmente economica.


Chi ha inventato l’happy hour aveva a cuore più i suoi guadagni che la salute del fegato dei suoi figli.

Allora forse s’incomincia a capire che il modello della tragedia greca è ancora paurosamente valido e che, come allora, le colpe dei padri devono essere pagate dai figli.

In vari modi le conseguenze si abbattono su generazioni che non sanno come reagire, come resistere all’offerta di alcool e divertimento ad un prezzo in apparenza basso, pagato con rincari considerevoli da un corpo prematuramente sfinito dall’alcool.

Non c’è campagna salutista tanto efficace da far cessare questo vizio collettivo, né predica crepetiana tanto noiosa da convincere il figlio reprobo ed alticcio che il vero sballo è dire “no” ed è meglio rimanere sobrio a guardare gli amici ubriacarsi e provarci con le ragazze. Perdite di tempo, soldi e voti.

Prima di concludere vorrei precisare ancora una volta, a scanso di commenti o reazioni ad una mia presunta amoralità, che non sono contrario al fine dei provvedimenti del comune; mi risultano invece intollerabili e fastidiosamente retorici i mezzi di tale campagna.

È meglio che il sindaco (o chi per lui) escogiti qualcos’altro, poiché prevedo che questa stagione non si discosterà più di tanto dalla scorsa: i ragazzi continueranno ad ubriacarsi, magari portandosi l’alcool da casa e gli stabilimenti continueranno ad ingrassare sulla salute dei consumatori.

2 commenti:

  1. sono d'accordo, e credo che chiunque con un minimo di intelligenza sia riuscito a fare queste semplici considerazioni andando al di là del semplice essere d'accordo o contro la campagna..che si sentono esprimere per lo più dai giovani che inveiscono contro il sindaco..forse senza rendersi conto che si fanno portabandiera semplicemente dei bagnini di marina "costretti" a vedere restringersi i propri già cospicui guadagni..perchè gli unici che ci guadagnano a marina sono loro..che ci fanno credere di essere al top del divertimento facendoci pagare 2 birre 5 EURO..senza mai variare l'offerta del tipo di serate nell'arco di 4 mesi(mai un concerto, mai un dj diverso, mai niente di nuovo) a parte pochi e isolati casi,senza tentare veramente di offrire un divertimento di valore,ma tentando di arraffare piu che possono spendendo meno possibile nei pochi mesi di apertura..proponendoci(per esempio in alcuni bagni) gli stessi dj con la stessa scaletta..PER 3 MESI DI FILA..l'ordinanza ha vietato gli speaker..ma consente (leggasi suggerisce)concerti ed eventi di altro tipo..ne avete mai sentito parlare nei soliti noti bagni grandi super affollati?figuriamoci..a aprte quei pochi bagni culturalmente impegnati gli altri se ne fregano e vogliono solo che ci presentiamo li puntuali alle 6 a farci 3 quarti d'ora di fila per 2 birre a 5 €..basta..perciò io dico.....FATE LA SPESA ALLA COOP!!i bagni possono pure fallire..nn ci fosse la loro lobby andrebbero i giovani con le casse e le chitarre in spiaggia a fare l'happy hour quello vero..

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  2. Ringrazio Taleo per il supporto.
    E' sempre bello sapere che altri, soprattutto della tua età, condividono le stesse idee.

    Qualche ragguaglio per chi fosse interessato.
    Ieri si è ufficialmente aperta la stagione a Marina.

    Come avevo concluso più o meno una settimana fa nel mio intervento, la situazione non è granché cambiata dall'anno scorso.

    L'affluenza è stata alta, così come l'alcol consumato.

    Ho visto più di un'ambulanza sfrecciare tra gli ingorghi di Viale delle Nazioni, davanti allo sguardo sgomento di un sindaco vinto della realtà dei fatti.

    Tornando a casa in macchina, nonostante l'alto numero di pattuglie per controlli, ho incrociato un incidente abbastanza grosso: tre autovetture ferme e un motorino a terra.

    Nota positiva: gli stand del SERT al Sottomarino, che fornivano gratis il servizio di alcol-test.
    Infinitamente più utile di ogni possibile campagna anti-sballo.

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